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Lemon shop - Lorenzo Capucci

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Il progetto nasce dall’esigenza di trasformare il piano terra di un palazzo novecentesco in un’attività commerciale aperta al pubblico.

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L’impossibilità di avere un accesso diretto dalla strada, e la vocazione socio-culturale oltre che e commerciale dell’immobile, voluta dal committente per i suoi spazi espositivi, hanno fatto si che la strada penetrasse all’interno del palazzo in uno spazio tipicamente privato come l’androne, e lo convertisse in uno spazio pubblico, trasformandolo in una grande sala dove ricevere i clienti, fare esposizioni e organizzare eventi quasi a ricordare vagamente il megaròn greco.

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La luce, perfettamente bilanciata tra quella naturale, proveniente dalla grande superficie vetrata, e quella artificiale, gioca un ruolo fondamentale nella valorizzazione dello spazio e gli elementi architettonici (nuovi e preesistenti) di cui si compone, e la loro funzione, vogliono sottolineare la separazione fra pubblico e privato.

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Gli spazi del palazzo novecentesco, anche se da tempo in disuso, conservano un fascino e un carattere meritevoli di un attento e delicato restauro. Si e’ cercato pertanto di valorizzare questi elementi, eliminando le superfettazioni e generando delle nuove aperture senza dare adito a inutili esercizi di stile. Attraverso pochi ma precisi gesti architettonici, si e’ riusciti ad affiancare la modernità e la funzionalita’ del nostro tempo alla storicità del luogo.

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Cosi dall’acciaio cortén, dal vetro e dall’illuminazione prendono forma i “nuovi segni” che ridisegnano e valorizzano gli ambienti, generando il supporto espositivo necessario, e lasciando che i luoghi, l’atmosfera e l’abbigliamento restino i veri protagonisti.

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L’acciao cortén, in particolare, permette di connettere cromaticamente e geometricamente i vari spazi, ridefinendoli, ma senza interrompere quella continuità spaziale interna richiesta dal progetto.

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Da una parte, infatti, mediante delle mensole incastrate nella muratura, si crea il supporto agli stand espositivi, e allo stesso tempo si risolve il tema dell’illuminazione diretta e indiretta, dissolvendo la presenza dei corpi illuminanti.

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Dall’altra, mediante una quinta formata da quattro porte ad anta composte da lame verticali, nelle diverse configurazioni, si risolve il tema dei camerini e della vetrina, senza generare spazi chiusi, ma sempre garantendo continuità e permeabilità visiva.

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In definitiva con Lemon non si è voluto dar vita ad uno spazio espositivo tradizionale, statico, pre-determinato, bensì ad uno spazio dinamico, flessibile, che rispecchiasse, cosi come i prodotti in vendita, lo stile di vita contemporaneo e libero da convenzioni. Con pochi e semplici gesti infatti si può trasformare in uno scenario di innumerevoli possibili usi e configurazioni sempre nel pieno rispetto e valorizzazione del contesto storico e architettonico in cui è inserito.

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